La User Experience (che preferirei chiamare Human, perché l'utente appare sempre come un alieno o un eroe mitologico) ha il dono dell'ubiquità, perché si trova ovunque, anche in luoghi e momenti più inaspettati. 

Proprio in questi si nota la differenza tra chi ha fatto ricerca, e bene, e chi ha pensato e costruito un'interazione in modo meno approfondito.

Come si può migliorare, coinvolgendo e ascoltando le persone, un'esperienza come quella vissuta in aeroporto?

Chi ha progettato l'interazione non ha forse considerato la persona che:

1. Non ha mai utilizzato il sistema, quindi deve imparare il suo utilizzo in pochi secondi
2. Si trova in uno stato emotivo di ansia o paura
3. Ha l'aspettativa che il controllo sia immediato, rapido come pagare con lo smartphone (interazione appresa dall'esperienza)
4. Prova una forte stanchezza per il volo o per l'ora tarda
5. Ha problemi di vista

Considerare queste situazioni e stati d'animo poteva portare a: 

1. Uno schermo di più grandi dimensioni, sviluppato in orizzontale e non verticale
2. Istruzioni più chiare, ad esempio sotto forma di icona, in prossimità della piastra per appoggiare
3. Una barra di caricamento presente in prossimità della piastra stessa e non scorporata 
4. Poliziotti più preparati (si scherza, tuttavia lo stesso non ha pensato alla soluzione corretta) 

👉🏻 Leggi gli altri suggerimenti nati dalla discussione su LinkedIn

Parte 2. Scarpe da tango

Guarda in anteprima la nuova Esperienza di navigazione: Madame Pivot è un negozio online tutto italiano di scarpe da tango.

Qui sotto puoi guardare il video o salvarlo per quando avrai circa 10 minuti di tempo per imparare i benefici di un test di usabilità e migliorare la navigazione dei tuoi clienti.

Più in basso trovi suggerimenti e soluzioni che abbiamo imparato e che puoi applicare anche al tuo sito.

Ringrazio Federica Steffan per la partecipazione e vi auguro buona visione!

• Filtro prezzo
  Federica è stata fortunata, perché ha trovato subito la scarpa dal prezzo desiderato. Tuttavia, nel caso ci fossero stati molti più prodotti avrebbe iniziato a cliccare su tutte le pagine (e probabilmente si sarebbe stancata).
  
  Cosa manca? Un filtro prezzo che aiuti a ridurre le opzioni, abbassando il carico cognitivo.
   
•  "Immagino siano quelle senza tacco. Ah, no!" 
  La situazione più grave. Quando una persona si aspetta una certa conseguenza e questa viene tradita si sente spaesata, delusa e un po' arrabbiata. 
  
  Flat sembravano, a Federica, le scarpe senza tacco. Invece, il risultato di ricerca mostra scarpe col tacco.
  
  Se usi termini che possono essere confusi, spiegali immediatamente o, in alternativa, scegline altri più chiari.
   
• 130 o 140?
  Perché una scarpa che nei risultati di ricerca costa 130 euro nel checkout ne costa 140? 
  
  Indizio: non è un errore e dipende dalla modalità di acquisto. 
  
  Si tratta delle spese di spedizione, che tuttavia risultano una sorpresa. C'è di più e riguarda la percezione dei numeri. Il fatto di passare dal "3" al "4" porta in un'altra categoria e a pensare che sia stato aggiunto un altro prodotto del valore di dieci euro. 
  
  L'effetto del prezzo totale pari a 139 avrebbe diminuito questa percezione errata.
  
   

Consiglio letterario
 

Visto che abbiamo parlato di aeroporti, consiglio la lettura di un libro che è stato pensato per essere letto nel corso di un volo aereo: 
Don't make me think di Steve Krug, un vero best-seller e indispensabile per chi lavora nel campo della User Experience.